pubblicato il 28/09/2024Gli effetti benefici del peperoncino sono noti da tempo e si estendono a tante funzioni dell’organismo umano. Uno studio recente, di estesa revisione della letteratura scientifica, illustra in particolare l’azione protettiva della capsaicina (in biochimica 8-methyl N-vanillyl-6-noneamide), il principio piccante del peperoncino, per il cervello e per tutto il sistema nervoso a livello centrale e periferico.
Non c’è solo l’effetto analgesico, che è in relazione con specifici recettori attivati dalla capsaicina che permettono di bloccare le fibre nervose di tipo C e Ad responsabili della trasmissione della sensazione dolorosa verso i gangli nervosi e il midollo spinale fino al cervello.
Vari studi, sperimentali e clinici evidenziano l’azione protettiva cerebrale abbassando il rischio di ictus per effetti microvascolari ed effetti diretti sulle cellule cerebrali (neuroni) e su altre cellule nervose che interagiscono con i neuroni, come gli astrociti. Inoltre la capsaicina agisce come prevenzione della degenerazione e successiva morte dei neuroni risultando così efficace per il mantenimento della memoria e l’efficienza mentale. L’azione protettiva si estende anche alle gravi infezioni che si estendono a tutto l’organismo e provocano danno cerebrale (sepsi).
A livello periferico è evidente un’azione antinfiammatoria e antiossidante tramite recettori specifici sul nervo vago.
Gli effetti benefici e antinfiammatori riguardano anche varie malattie degenerative neurologiche, come il Parkinson e l’Alzheimer.
di Armando Sarti
Referenze per chi volesse approfondire:
Omar M.E. Abdel‐Salam & Gyula Mózsik. Capsaicin, The Vanilloid Receptor TRPV1 Agonist in Neuroprotection: Mechanisms Involved and Significance. Neurochemical Research (2023) 48:3296–3315 https://doi.org/10.1007/s11064-023-03983-z